mercoledì 28 agosto 2013

La pittura Fiamminga tra storia, artisti e caratteristiche che resero grande il Quattrocento

La pittura Fiamminga: origini nel secolo Quattrocento e Rinascimento.
Il Quattrocento da sempre viene considerato dagli esperti come uno dei Secoli più importanti dell'intera storia dell'umanità. Se poi andiamo a restringere il nostro campo dei dati soltanto a determinati settori, come per esempio quello culturale e quindi dell'arte nelle sue forme più importanti per l'Europa vediamo addirittura che tutti gli storici e i vari studiosi d'arte sono d'accordo nell'affermare che il Quattrocento è stato uno dei “secoli d'oro”. Tutto questo grazie soprattutto al talento artistico, a nuovi studi e nuove idee sull'arte e al grande lavoro realizzato da alcuni artisti che oggi celebriamo come i più grandi maestri di questo secolo, e che ritroviamo in due aree geografiche ben precise. Questi due poli geografici che divennero sin dai primi anni del Quattrocento un vero e proprio punto di riferimento per l'arte e la pittura sono quelli in Italia della Toscana e della città di Firenze dove ebbe inizio il Rinascimento italiano e quella più lontana delle Fiandre nel Nord dell'Europa, dove nacque e si sviluppò per opera di alcuni pittori la bellissima pittura Fiamminga. Il termine “Rinascimento” viene usato per indicare un particolare periodo di rinascita e di rinnovamento della cultura e dell'arte in Europa che arriva dopo quel lungo periodo trascorso quasi in un “letargo” dei secoli bui del Medioevo. Per quanto riguarda la cronologia del Rinascimento si può dire che esso inizia verso la fine del Trecento e arriva sino alla seconda metà del secolo Cinquecento all'incirca, anche se purtroppo ancora oggi vi sono delle discussioni e si fanno ulteriori studi di ricerca da parte di importanti esperti d'arte per poter indicare delle date molto più precise sia sull'inizio che per la fine dell'intero periodo che viene indicato come Rinascimento. Sotto vediamo un bellissimo dipinto che riguarda la pittura Fiamminga dal titolo La Madonna del parafuoco realizzata intorno al 1440 dal pittore Robert Campin.




La pittura Fiamminga: le caratteristiche principali e gli artisti.
La pittura Fiamminga deve il suo nome a una area geografica del Nord Europa in cui ebbe origine nei primi decenni del secolo Quattrocento. Quest'area sono le Fiandre, oggi identificate tra il Belgio e i Paesi Bassi, dove appunto gli abitanti vengono chiamati Fiamminghi. Questa nel Quattrocento era un area economicamente molto ricca e florida, con delle politiche sociali e culturali favorevoli capaci di portare nuova linfa e idee nell'arte. I Fiamminghi abitavano in Regioni o territori come l'Artois, il Brabante Settentrionale, il Limburgo e più a Nord anche l'Olanda e zone della Zelanda. Alcune delle cittadine delle Fiandre all'inizio del Quattrocento e quasi in contemporanea con un altra Regione più vicina a noi, ossia quella della Toscana in Italia iniziano a essere considerati per molti mecenati, numerosi artisti e appassionati e ricchi Signori come importanti centri culturali e artistici, capaci di di dar sfogo a creatività, idee e tecniche nuove nel campo della pittura. Tra le cittadine Fiamminghe citiamo Gand, Bruges e Ypres in cui si vedrà la nascita e lo sviluppo della meravigliosa pittura Fiamminga. In una di queste bellissime città nordiche dai panorami spesso mozzafiato, capaci di stimolare la mente e il talento degli artisti nascono i primi rudimenti della pittura Fiamminga ad opera del pittore fiammingo Jan Van Eyck, nato si pensa intorno all'anno 1390 a Maaseik e morto nell'anno 1441 nella cittadina fiamminga di Bruges. Qui sotto vediamo uno dei celebri dipinti realizzati da Jan Van Eyck intorno al 1434 e intitolato I coniugi Arnolfini. Quest'opera dalle dimensioni di 81,8 per 59,4 centimetri che possiamo ammirare presso La National Gallery di Londra è uno dei simboli della straordinaria pittura Fiamminga.



Van Eyck infatti, insieme poi al suo contemporaneo Robert Campin vengono considerati dai cultori dell'arte come i padri fondatori della nuova arte Fiamminga che stava nascendo dopo attenti studi e varie sperimentazioni artistiche e tecniche. A questi due primi grandi artisti fiamminghi si aggiunge in un secondo tempo anche l'arte e le opere eseguite da Rogier Van Der Weyden, e per questo verranno denominati anche come i primitivi fiamminghi. Si assiste quindi a una ventata tutta nuova per l'arte e la pittura nelle Fiandre, portata da questi nuovi maestri che per primi intuiscono anche la grande importanza di cercare di aiutare il talento e la creatività di altri possibili nuovi artisti aprendo le prime Scuole dedicate tutte alla pittura e dando vita a una fioritura e una riscoperta della bellezza e della gioia che la pittura può portare a chi è appassionato. Una delle prime Scuole di pittura Fiamminga fu quella del pittore Robert Campin. Da questa sua scuola uscirono artisti con talenti indiscussi come lo stesso Rogier Van Der Weyden che entrò come apprendista e ne uscì col grado di gran Maestro dato dal Campin in persona, un premio questo che veniva considerato un vero onore da tutti gli allievi. La pittura Fiamminga rispetto a quella più tradizionale usata sino ai primi anni del Quattrocento, come per esempio lo stile del Tardo-Gotico presenta delle caratteristiche e delle innovazioni nuove che possiamo brevemente descrivere qui sotto:
I colori a olio nella pittura Fiamminga. Anche se da alcuni studi storici documentati si sa che i primi rudimentali colori a base di olio venivano usati anche nell'antichità e nel basso Medioevo, anche se non molto spesso e in modo a volte sbagliato, soltanto attraverso la pittura fiamminga si inizia a usare e a sperimentare la straordinaria tecnica dei colori a olio. Saranno infatti i primi pittori fiamminghi come per esempio Jan Van Eyck e Robert Campin che per la prima volta nella storia della pittura, grazie ai loro esperimenti e alle prove fatte che capiranno e avranno la giusta consapevolezza di aver trovato la tecnica perfetta nella pittura da usare per realizzare le loro opere. Con questi colori ad olio aventi tra le caratteristiche una resa e una brillantezza perfetta, Van Eyck e Campin sostituiscono quelli a tempera che era la tecnica regina usata sino a quel momento da tutti gli artisti in Europa. I pittori fiamminghi attraverso una ricerca attenta dei migliori materiali coloranti, che vengono chiamati pigmenti e dei loro leganti oleosi riescono a perfezionare e sviluppare questa nuova tecnica di pittura avendo dei risultati davvero di massimo livello. Scoprono che si possono realizzare delle velature perfette attraverso l'uso di strati di colore stesi in successione, portando così nelle loro opere nuovi e realistici effetti plastici e di luci e ombre, oltre che una grande brillantezza sulle superfici mai vista prima di allora.
Una giusta resa dello spazio nelle opere di pittura Fiamminga attraverso lo studio e l'uso delle luci. Un altra importante caratteristica che riguarda la pittura fiamminga è la sperimentazione e lo studio degli effetti portati dalla luce che attraverso l'uso dei colori a olio e i chiaroscuri riescono a rendere una spazialità unificata e molto più realistica sulla superficie di lavoro che sappiamo essere a due dimensioni. La realtà e la natura vengono rappresentati nelle opere in modo quasi perfetto dopo una attenta osservazione.
Inoltre vediamo che nei ritratti dei pittori fiamminghi si passa dalla classica e tradizionale posa frontale, spesso idealizzata e senza emozioni a quella di tre quarti, dove ogni osservatore può cogliere molti più particolari fisici della testa e del viso che sono raffigurati. La pittura Fiamminga inizia anche a indagare, a scavare nei vari caratteri e sulla psicologia degli uomini che vengono a farsi auto celebrare in un loro ritratto. Gli occhi dei ritratti realizzati dai pittori fiamminghi quasi ci “parlano”. In essi si può “leggere” o intravedere un qualcosa di vivo, forse anche l'anima o semplicemente un particolare carattere del personaggio dipinto e, che ci indica che alla fine ognuno di noi e diverso dagli altri, non solo esteriormente. Sotto uno di questi Ritratti fiamminghi relativo a una giovane donna di Rogier Van Der Weyden del 1460 circa.



Altra importante particolarità che possiamo riscontrare nella pittura fiamminga è il fatto che gli artisti hanno una visione molto più ricca e molto più definita della realtà che li circonda. Nelle opere fiamminghe infatti si notano tantissimi oggetti che vengono descritti con precisione nei dettagli e tanti particolari nelle scene. Tutte le luci, le fonti vengono moltiplicate e il chiaroscuro sono definiti in modo perfetto e ogni oggetto reso in base al materiale di cui è fatto, riflette un particolare tipo di luce o di ombra diversa. Tutto sembra realizzato in modo quasi maniacale senza tralasciare neanche i più piccoli dettagli. Alcune delle opere fiamminghe così ricche e realistiche a volte sembrano una vera fotografia del passato che ci fa capire e vedere come vestivano, dove abitavano e chi erano le persone dell'epoca. Possiamo vedere sopra un classico esempio di questo proprio nella celebre opera di Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini del 1434, con tecnica ad olio su una tavola di legno.



Sicuramente tutte queste straordinarie caratteristiche che possiamo riscontrare in molte opere fiamminghe hanno fatto innamorare tantissimi artisti stranieri che hanno provato a imitarla, a farla conoscere in altre zone e magari se era possibile a perfezionarla, rendendola così celebre ovunque in Europa. In Italia uno dei primi artisti che ebbe modo di conoscere e studiare la pittura fiamminga grazie ai suoi viaggi e alle sue conoscenze, facendone un buon uso della tecnica e facendo conoscere anche i colori ad olio nel nostro Paese, fu il pittore Antonello da Messina che con le sue opere si distinse tra tutti. Sopra vediamo un ritratto realizzato da Antonello da Messina.

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