La pittura Fiamminga:
origini nel secolo Quattrocento e Rinascimento.
Il Quattrocento da sempre
viene considerato dagli esperti come uno dei Secoli più importanti
dell'intera storia dell'umanità. Se poi andiamo a restringere il
nostro campo dei dati soltanto a determinati settori, come per
esempio quello culturale e quindi dell'arte nelle sue forme più
importanti per l'Europa vediamo addirittura che tutti gli storici e i
vari studiosi d'arte sono d'accordo nell'affermare che il
Quattrocento è stato uno dei “secoli d'oro”. Tutto questo grazie
soprattutto al talento artistico, a nuovi studi e nuove idee
sull'arte e al grande lavoro realizzato da alcuni artisti che oggi
celebriamo come i più grandi maestri di questo secolo, e che
ritroviamo in due aree geografiche ben precise. Questi due poli
geografici che divennero sin dai primi anni del Quattrocento un vero
e proprio punto di riferimento per l'arte e la pittura sono quelli in
Italia della Toscana e della città di Firenze dove ebbe inizio il
Rinascimento italiano e quella più lontana delle Fiandre nel Nord
dell'Europa, dove nacque e si sviluppò per opera di alcuni pittori
la bellissima pittura Fiamminga. Il termine “Rinascimento”
viene usato per indicare un particolare periodo di rinascita e di
rinnovamento della cultura e dell'arte in Europa che arriva dopo quel
lungo periodo trascorso quasi in un “letargo” dei secoli bui del
Medioevo. Per quanto riguarda la cronologia del Rinascimento si può
dire che esso inizia verso la fine del Trecento e arriva sino alla
seconda metà del secolo Cinquecento all'incirca, anche se purtroppo
ancora oggi vi sono delle discussioni e si fanno ulteriori studi di
ricerca da parte di importanti esperti d'arte per poter indicare
delle date molto più precise sia sull'inizio che per la fine
dell'intero periodo che viene indicato come Rinascimento. Sotto
vediamo un bellissimo dipinto che riguarda la pittura Fiamminga dal
titolo La Madonna del parafuoco realizzata intorno al 1440 dal
pittore Robert Campin.
La pittura Fiamminga:
le caratteristiche principali e gli artisti.
La pittura Fiamminga deve
il suo nome a una area geografica del Nord Europa in cui ebbe origine
nei primi decenni del secolo Quattrocento. Quest'area sono le
Fiandre, oggi identificate tra il Belgio e i Paesi Bassi, dove
appunto gli abitanti vengono chiamati Fiamminghi. Questa nel
Quattrocento era un area economicamente molto ricca e florida, con
delle politiche sociali e culturali favorevoli capaci di portare
nuova linfa e idee nell'arte. I Fiamminghi abitavano in Regioni o
territori come l'Artois, il Brabante Settentrionale, il Limburgo e
più a Nord anche l'Olanda e zone della Zelanda. Alcune delle
cittadine delle Fiandre all'inizio del Quattrocento e quasi in
contemporanea con un altra Regione più vicina a noi, ossia quella
della Toscana in Italia iniziano a essere considerati per molti
mecenati, numerosi artisti e appassionati e ricchi Signori come
importanti centri culturali e artistici, capaci di di dar sfogo a
creatività, idee e tecniche nuove nel campo della pittura. Tra le
cittadine Fiamminghe citiamo Gand, Bruges e Ypres in cui si vedrà la
nascita e lo sviluppo della meravigliosa pittura Fiamminga. In una di
queste bellissime città nordiche dai panorami spesso mozzafiato,
capaci di stimolare la mente e il talento degli artisti nascono i
primi rudimenti della pittura Fiamminga ad opera del pittore
fiammingo Jan Van Eyck, nato
si pensa intorno all'anno 1390 a Maaseik e morto nell'anno 1441 nella
cittadina fiamminga di Bruges. Qui sotto vediamo uno dei
celebri dipinti realizzati da Jan Van Eyck intorno al 1434 e
intitolato I coniugi Arnolfini. Quest'opera dalle dimensioni di 81,8
per 59,4 centimetri che possiamo ammirare presso La National Gallery
di Londra è uno dei simboli della straordinaria pittura Fiamminga.
Van Eyck infatti, insieme
poi al suo contemporaneo Robert Campin vengono considerati dai
cultori dell'arte come i padri fondatori della nuova arte Fiamminga
che stava nascendo dopo attenti studi e varie sperimentazioni
artistiche e tecniche. A questi due primi grandi artisti fiamminghi
si aggiunge in un secondo tempo anche l'arte e le opere eseguite da
Rogier Van Der Weyden, e per questo verranno denominati anche
come i primitivi fiamminghi. Si assiste quindi a una ventata tutta
nuova per l'arte e la pittura nelle Fiandre, portata da questi nuovi
maestri che per primi intuiscono anche la grande importanza di
cercare di aiutare il talento e la creatività di altri possibili
nuovi artisti aprendo le prime Scuole dedicate tutte alla pittura e
dando vita a una fioritura e una riscoperta della bellezza e della
gioia che la pittura può portare a chi è appassionato. Una delle
prime Scuole di pittura Fiamminga fu quella del pittore Robert
Campin. Da questa sua scuola uscirono artisti con talenti indiscussi
come lo stesso Rogier Van Der Weyden che entrò come apprendista e ne
uscì col grado di gran Maestro dato dal Campin in persona, un premio
questo che veniva considerato un vero onore da tutti gli allievi. La
pittura Fiamminga rispetto a quella più tradizionale usata sino ai
primi anni del Quattrocento, come per esempio lo stile del
Tardo-Gotico presenta delle caratteristiche e delle innovazioni nuove
che possiamo brevemente descrivere qui sotto:
I colori a olio nella
pittura Fiamminga. Anche se da alcuni studi storici documentati
si sa che i primi rudimentali colori a base di olio venivano usati
anche nell'antichità e nel basso Medioevo, anche se non molto spesso
e in modo a volte sbagliato, soltanto attraverso la pittura fiamminga
si inizia a usare e a sperimentare la straordinaria tecnica dei
colori a olio. Saranno infatti i primi pittori fiamminghi come per
esempio Jan Van Eyck e Robert Campin che per la prima volta nella
storia della pittura, grazie ai loro esperimenti e alle prove fatte
che capiranno e avranno la giusta consapevolezza di aver trovato la
tecnica perfetta nella pittura da usare per realizzare le loro opere.
Con questi colori ad olio aventi tra le caratteristiche una resa e
una brillantezza perfetta, Van Eyck e Campin sostituiscono quelli a
tempera che era la tecnica regina usata sino a quel momento da tutti
gli artisti in Europa. I pittori fiamminghi attraverso una ricerca
attenta dei migliori materiali coloranti, che vengono chiamati
pigmenti e dei loro leganti oleosi riescono a perfezionare e
sviluppare questa nuova tecnica di pittura avendo dei risultati
davvero di massimo livello. Scoprono che si possono realizzare delle
velature perfette attraverso l'uso di strati di colore stesi in
successione, portando così nelle loro opere nuovi e realistici
effetti plastici e di luci e ombre, oltre che una grande brillantezza
sulle superfici mai vista prima di allora.
Una giusta resa
dello spazio nelle opere di pittura Fiamminga attraverso lo
studio e l'uso delle luci. Un altra importante caratteristica che
riguarda la pittura fiamminga è la sperimentazione e lo studio degli
effetti portati dalla luce che attraverso l'uso dei colori a olio e i
chiaroscuri riescono a rendere una spazialità unificata e molto più
realistica sulla superficie di lavoro che sappiamo essere a due
dimensioni. La realtà e la natura vengono rappresentati nelle opere
in modo quasi perfetto dopo una attenta osservazione.
Inoltre vediamo che nei
ritratti dei pittori fiamminghi si passa dalla classica e
tradizionale posa frontale, spesso idealizzata e senza emozioni a
quella di tre quarti, dove ogni osservatore può cogliere molti più
particolari fisici della testa e del viso che sono raffigurati. La
pittura Fiamminga inizia anche a indagare, a scavare nei vari
caratteri e sulla psicologia degli uomini che vengono a farsi auto
celebrare in un loro ritratto. Gli occhi dei ritratti realizzati dai
pittori fiamminghi quasi ci “parlano”. In essi si può “leggere”
o intravedere un qualcosa di vivo, forse anche l'anima o
semplicemente un particolare carattere del personaggio dipinto e, che
ci indica che alla fine ognuno di noi e diverso dagli altri, non solo
esteriormente. Sotto uno di questi Ritratti fiamminghi relativo a una
giovane donna di Rogier Van Der Weyden del 1460 circa.
Altra importante
particolarità che possiamo riscontrare nella pittura fiamminga è il
fatto che gli artisti hanno una visione molto più ricca
e molto più definita della realtà che li circonda.
Nelle opere fiamminghe infatti si notano tantissimi oggetti che
vengono descritti con precisione nei dettagli e tanti particolari
nelle scene. Tutte le luci, le fonti vengono moltiplicate e il
chiaroscuro sono definiti in modo perfetto e ogni oggetto reso in
base al materiale di cui è fatto, riflette un particolare tipo di
luce o di ombra diversa. Tutto sembra realizzato in modo quasi
maniacale senza tralasciare neanche i più piccoli dettagli. Alcune
delle opere fiamminghe così ricche e realistiche a volte sembrano
una vera fotografia del passato che ci fa capire e vedere come
vestivano, dove abitavano e chi erano le persone dell'epoca. Possiamo
vedere sopra un classico esempio di questo proprio nella celebre
opera di Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini del 1434, con tecnica ad
olio su una tavola di legno.
Sicuramente tutte queste
straordinarie caratteristiche che possiamo riscontrare in molte opere
fiamminghe hanno fatto innamorare tantissimi artisti stranieri che
hanno provato a imitarla, a farla conoscere in altre zone e magari se
era possibile a perfezionarla, rendendola così celebre ovunque in
Europa. In Italia uno dei primi artisti che ebbe modo di conoscere e
studiare la pittura fiamminga grazie ai suoi viaggi e alle sue
conoscenze, facendone un buon uso della tecnica e facendo conoscere
anche i colori ad olio nel nostro Paese, fu il pittore Antonello da
Messina che con le sue opere si distinse tra tutti. Sopra vediamo un ritratto realizzato da Antonello da Messina.
Nessun commento:
Posta un commento